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Riscoprire l’esperienza familiare attraverso il Giubileo

Riscoprire l’esperienza familiare attraverso il Giubileo

Articolo di Pierangelo Milesi – delegato alla Pace delle Acli nazionali APS, ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello

Il Giubileo della famiglia rappresenta un tempo di riconciliazione e speranza, due parole chiave che Papa Francesco ha voluto porre al centro di questa celebrazione. In un’epoca in cui la famiglia è spesso travolta dalla precarietà economica, dall’isolamento relazionale e dalla fragilità affettiva, il Giubileo ci invita a riscoprire l’esperienza familiare come spazio originario in cui si impara ad amare ed essere amati. Deve essere anche un’opportunità per la comunità cristiana e per le istituzioni di interrogarsi sul proprio ruolostiamo davvero accompagnando e sostenendo le famiglie nella loro vocazione educativa, intergenerazionale e generativa? A mio avviso, questa è la domanda più urgente che il Giubileo ci pone. Il suo significato più profondo risiede nel riconoscere che non esistono famiglie ideali, ma reali: ciascuna con il proprio percorso, le proprie risorse, le proprie speranze e aspirazioni. È tempo di abbandonare ogni approccio giudicante e accogliere tutte le famiglie, in quanto portatrici di un amore gratuito, custodi del futuro e della speranza dell’umanità. La dimensione familiare, dunque, va promossa, rigenerata e tutelata con costanza.

Il “camminare insieme” – esortazione che risale già al primo messaggio di saluto di Papa Leone XIV – è un richiamo potente. Significa costruire relazioni inclusive, dove nessuno venga lasciato indietro. In questo percorso, la famiglia ha un ruolo insostituibile: è il luogo in cui si impara l’ascolto reciproco, il rispetto delle differenze, la corresponsabilità. In altre parole, è il contesto in cui si apprende la cura dell’altro, la gestione costruttiva dei conflitti, la capacità di attraversare le crisi in modo rigenerativo. A partire da questo orizzonte condiviso, è necessario rafforzare politiche coraggiose a sostegno delle famiglie. Penso, ad esempio, a un sistema fiscale più equo, che riconosca il carico familiare con deduzioni significative per i figli e per le persone non autosufficienti. Occorre anche un welfare più capillare, capace di garantire servizi educativi e assistenziali accessibili, soprattutto nelle aree interne e marginali. Fondamentale, inoltre, è intervenire sul fronte dell’housing sociale, per consentire alle giovani famiglie di costruire un progetto di vita autonomo. A questo si devono affiancare congedi parentali equamente distribuiti tra madri e padri, per superare lo squilibrio ancora troppo marcato nella divisione del lavoro di cura. Solo così le famiglie potranno diventare autenticamente un “lievito di fraternità” per l’intera società.

Mi auguro, pertanto, che il Giubileo delle famiglie non si esaurisca in un singolo evento, ma diventi un impulso concreto per l’attuazione di riforme strutturali. Le famiglie rappresentano il primo argine contro la solitudine, la povertà e la frammentazione sociale. Eppure, troppo spesso, vengono lasciate sole. Se vogliamo davvero prenderci cura della nostra “Casa comune”, dobbiamo ripartire da lì: le famiglie devono essere riconosciute, sostenute e messe nelle condizioni di essere generative non solo dal punto di vista biologico, ma anche sociale e spirituale. È necessario avviare una strategia globale per la tutela della famiglia, costruita attraverso la partecipazione delle reti sociali e associative, che integri politiche abitative, educative, lavorative e fiscali. A tal fine, si potrebbe istituire un osservatorio permanente sul benessere familiare, capace di monitorare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli relazionali e culturali. Va inoltre riconosciuto il valore del lavoro di cura non retribuito svolto all’interno delle mura domestiche, anche in prospettiva previdenziale. Questo riconoscimento è quanto mai urgente, insieme alla promozione di un patto intergenerazionale che favorisca la trasmissione di valori, competenze e solidarietà tra nonni, genitori e figli. Non a caso, questo Giubileo è dedicato ai bambini, alle famiglie e agli anziani. Ci ricorda che la famiglia non è una realtà privata, ma un bene comune da proteggere in tutte le sue forme. Farlo è un atto di giustizia sociale e un’assunzione di responsabilità verso le generazioni presenti e future.

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