Il docente e il suo ruolo nella società contemporanea

Articolo di Bruno Di Giacomo Russo – componente di Presidenza Acli Lombardia APS con delega ai temi dell’educazione e formazione, riforme – ripreso da INTERRIS.IT a cura di Christian Cabello
Le parole di Papa Leone XIV rivolte ai “Fratelli delle Scuole Cristiane” rappresentano un forte richiamo alla responsabilità educativa che grava sugli insegnanti e, più in generale, su tutti coloro che si dedicano alla formazione dei giovani. Il Santo Padre ha sottolineato l’urgenza di “elaborare strumenti e linguaggi nuovi” per entrare in dialogo autentico con le nuove generazioni, affinché gli educatori possano davvero “toccare il cuore degli allievi”, spronandoli ad affrontare con coraggio le sfide della vita. Si tratta di una riflessione profonda, che chiama in causa l’identità stessa del docente e il senso del suo ruolo nella società contemporanea.
Oggi insegnare non è solo trasmettere nozioni ma, prima di tutto, accompagnare. In un’epoca segnata da fragilità emotive, da solitudini digitali e da identità in costruzione, il docente si fa guida, testimone e riferimento. Il suo compito è anche morale e relazionale: stimolare il pensiero critico, sostenere la crescita interiore, coltivare la bellezza dell’impegno e del sapere. In questo senso, l’insegnamento, come ricordato da Papa Leone XIV riprendendo il carisma di San Giovanni Battista de La Salle, è “ministero e missione”. Non un mestiere qualunque, ma una vocazione, una forma alta di servizio all’altro. La scuola quindi, nel nostro tempo, è uno dei pochi luoghi rimasti in cui il confronto intergenerazionale è quotidiano e strutturato. Questo rende ogni insegnante un attore sociale cruciale. Ma per essere davvero incisivi, è necessario parlare ai giovani con strumenti comprensibili, usare linguaggi capaci di comunicare empatia, coerenza e passione. Le tecnologie possono essere un valido alleato, ma non possono sostituire la relazione. Solo un educatore autentico, che vive con coerenza ciò che insegna, può veramente lasciare un segno nel cuore degli studenti.
Il valore dell’insegnamento oggi risiede nella sua capacità di incidere non solo sull’intelligenza, ma sull’umanità degli alunni. È una grande, che richiede preparazione, aggiornamento continuo, ma soprattutto una profonda dedizione. Come insegnanti, siamo chiamati ogni giorno a essere strumenti di crescita, di fiducia e di speranza. E questo, forse più che in passato, è un compito nobile e necessario per porre le basi di un futuro migliore, focalizzandoci sull’insegnamento, oggi più attuale che mai, di don Milani, il quale si può riassumere con le parole “I care” e mette al centro quella che si può definire la “didattica delle competenze” che, in altre parole, significa dare forma ad un apprendimento attivo e stimolante, sempre capace di mettere al centro le persone, costruendo così una “scuola missionaria” di cui, tutto il mondo, ha bisogno.