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I #cambiamenti in atto nel mondo del #lavoro e le loro ripercussioni sui #giovani e le #famiglie

I #cambiamenti in atto nel mondo del #lavoro e le loro ripercussioni sui #giovani e le #famiglie

Approfondimento di Martino Troncatti – Presidente Acli Lombardia APS

Uno degli aspetti che incide di più sulle possibilità di creazione ed evoluzione delle famiglie è il tema del lavoro in ogni sua declinazione. In particolare, negli ultimi tre anni, a causa della recente pandemia e delle crescenti difficoltà sociali che stanno lambendo il nostro paese, stanno mettendo a dura prova il nostro sistema di welfare e pongono le realtà del Terzo Settore come le Acli di fronte a nuove sfide di inclusione che mettano al centro la promozione della fraternità nei confronti di coloro che stanno vivendo un momento di difficoltà e, soprattutto, dei più giovani che vogliono costruire una famiglia ma, per le condizioni lavorative precarie, hanno delle difficoltà.

Purtroppo, ad oggi, in Italia, il fenomeno della povertà lavorativa, lambisce quasi un giovane su quattro nella fascia d’età dai 20 ai 29 anni, con un guadagno medio annuo di poco superiore ai 10500 euro, ovvero poco più di 870 euro al mese. Questo dato, insieme all’inflazione ormai quasi sempre attestata a livelli molto alti, ha fatto si che, le buste paga dei più giovani, siano tutt’ora ferme ai livelli del 1990, generando in molti venti – trentenni il fenomeno che si definisce comunemente “disagio occupazionale”, ovvero le condizioni che contribuiscono a creare difficoltà o problematiche che il lavoratore vive come invalidanti. Dietro a queste cifre si celano storie di giovani che, loro malgrado, si vedono costretti a rivedere le loro legittime aspettative per il futuro e per la loro crescita umana e professionale. Purtroppo, in quest’epoca, l’avere un impiego non rappresenta più di per sé una garanzia contro la povertà, ma può diventare esso stesso un fattore di esclusione, che può avere la meglio sulla vita individuale o familiare.
In un certo senso, negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un cambiamento fondamentale del cosiddetto “sistema lavoro”: esso, da pilastro fondamentale della vita di ognuno e strumento di autorealizzazione e protezione sociale, è diventato una fonte di insicurezza e precarizzazione, soprattutto per le giovani generazioni. In particolare, questi aspetti, negli ultimi quindici anni, hanno causato una frammentazione delle famiglie: si pensi che, dal 2004 al 2019, le persone sole sono cresciute del 60%, le coppie senza figli del 15,7%, le famiglie monogenitoriali del 27,2% e, al contrario, le coppie con figli, hanno subito un decremento del 6%.

Occorre fare una riflessione urgente e mettere in campo le misure necessarie per favorire l’ingresso dei più giovani nel mondo del lavoro con contratti stabili e, di conseguenza, favorire il loro diritto alla famiglia e alla genitorialità. Urge un miglioramento del welfare a 360 gradi, con misure che armonizzino le esigenze di lavoro e del nucleo familiare. Le Acli, da sempre, sono attive nel sostegno alle famiglie e ai suoi membri per affrontare le sfide quotidiane, economiche, educative, sociali e relazionali, favorendo la presa in carico dei loro bisogni e dei riferimenti di prossimità ed adeguati livelli di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti.

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