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Domenica 28 maggio 2023

Domenica 28 maggio 2023

PENTECOSTE

Gv 20,19-23

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

COMMENTO DI DON ALFREDO SCARATTI, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLA ACLI DI BRESCIA

«Pace a voi!…Ricevete lo Spirito Santo». Pentecoste: il dono della potenza dell’Amore di Dio, dello Spirito Santo di Dio. Dono diverso per ciascuno, bellezza e genialità di ogni cristiano. Uno splendido inno alla diversità. Dio è l’amore che non appiana, non rimuovere le differenze, ma le esalta.
Dove c’è omogeneità, laddove si afferma un ‘pensiero unico’, dove si parla una sola lingua, quella del potente di turno, e vi è un unico modo di vedere le cose e di vivere, si sta affermando di fatto una dittatura, seppure ammantata di bene.
Nei sistemi totalitari, compresi quelli religiosi, il diverso, l’avversario, lo straniero, è ritenuto da sempre pericoloso: lo si deve allontanare, escludere, discriminare, respingere, mettere a tacere impedendogli di pensare, parlare, esprimersi.

Dove non si fa esperienza dello Spirito, più cresce l’insofferenza alle differenze.

Dove non si fa esperienza dello Spirito, più ci si chiude nella propria autosufficienza, nel proprio individualismo di gruppo, di partito, di patria, di religione; si diventa più rigidi, intolleranti e violenti.

Ma dove si afferma il principio dell’amore, si moltiplicano i pensieri, le idee, ciascuno partecipa la sua ricchezza, la sua bellezza e tutto diviene fecondo. Il Vangelo non cancella le identità dei popoli, ma piuttosto le unifica nella comune apertura all’ascolto e all’accoglienza delle grandi opere di Dio.

Chi fa esperienza dello Spirito di Dio riceve il coraggio di uscire dalle paure, dai pregiudizi, dalle resistenze.

Chi fa esperienza dello Spirito di Dio vede l’altro come il luogo dell’incontro, della festa e del perdono, come una ricchezza di cui godere proprio perché accolto nella sua diversità, originalità e lontananza, col suo carattere, il suo credo religioso, col suo orientamento e il suo stile di vita.

È il dono fatto ai discepoli chiusi nel cenacolo, è il dono fatto ai discepoli di oggi, sparsi nel mondo, ma, spesso, ancora bloccati da un lamento tiepido, fiacco, che preferisce la tristezza alla lotta, la mediocrità al coraggio. È il dono fatto a ciascuno di noi perché non abbiamo a stancarci di accogliere il dono dello Spirito Santo di Dio e di scrivere la nostra vita con l’alfabeto del Vangelo.

 

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