Fraternità e Vangelo: la rotta tracciata da Papa Leone XIV

Articolo di Martino Troncatti – Presidente Acli Lombardia APS – a cura di Christian Cabello
Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha scelto un nome che richiama profondamente l’insegnamento sociale della Chiesa, ovvero la figura di Leone XIII, il pontefice che con l’enciclica Rerum Novarum ne pose le basi. Questa scelta non è casuale, ma segnala chiaramente una volontà di continuità con l’impegno della Chiesa verso la giustizia sociale, la dignità del lavoro e l’attenzione ai più fragili.
La sua lunga esperienza come missionario in Perù, dove ha servito con dedizione come vescovo di Chiclayo e ha avuto un rapporto positivo con Padre Gutiérrez, padre della Teologia della Liberazione, testimonia una profonda vicinanza alle realtà di povertà, emarginazione e sofferenza, che ha vissuto in prima persona.
In seguito, il suo servizio come Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, su mandato di Francesco, ha evidenziato uno stile di governo improntato alla responsabilità, al dialogo e alla fraternità.
In Leone XIV vediamo un pastore attento, radicato nella missione evangelica e al tempo stesso capace di leggere i segni dei tempi, pronto a guidare la Chiesa nel solco della tradizione ma con uno sguardo aperto e coraggioso verso le sfide del presente.
Le parole di Papa Leone XIV hanno colpito nel profondo, perché racchiudono l’essenza stessa del Vangelo vissuto nel mondo di oggi. Il suo invito a costruire ponti e a camminare insieme non è solo un appello alla comunione ecclesiale, ma una chiara indicazione di metodo per tutti coloro che si impegnano nell’azione sociale e nell’associazionismo.
In particolare, l’idea di una “pace disarmata” e di una “pace disarmante, umile e perseverante” rappresenta una sfida profonda: ci chiede di rinunciare a ogni forma di arroganza e di opposizione sterile, per aprirci all’incontro autentico, anche con chi è lontano da noi per idee o cultura.
Questo messaggio interpella le coscienze e affida a noi cattolici un compito preciso: promuovere la fraternità e la pace a ogni latitudine, tendere la mano a chi è in difficoltà, farci prossimi ai più fragili.
Guardo al pontificato di Papa Leone XIV con profonda fiducia e speranza. Le parole con cui si è presentato al mondo — intrise di umiltà, apertura e spirito missionario — fanno ben sperare in una Chiesa sempre più vicina agli ultimi, capace di parlare il linguaggio della solidarietà e dell’inclusione.
Auspico che il suo magistero possa rilanciare con forza i principi fondamentali della Rerum Novarum, ispirando una rinnovata attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa, affinché essa diventi guida concreta per affrontare le sfide del nostro tempo.
In questo cammino, l’associazionismo cattolico ha un ruolo centrale: siamo chiamati a essere presenza viva nei territori, a tendere la mano a chi non ce la fa, a costruire reti di fraternità e a generare nuove forme di partecipazione sociale.
Come Acli, siamo pronti a fare la nostra parte con convinzione e senza esitazione, al servizio del bene comune.