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​1° Maggio 2025: 80 Anni di Lavoro, Libertà e Impegno Sociale

​1° Maggio 2025: 80 Anni di Lavoro, Libertà e Impegno Sociale

Il 1° maggio 2025 assume un significato particolarmente denso di storia e futuro. Non è solo la tradizionale Festa dei Lavoratori, ma anche l’anno in cui celebriamo l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo e la nascita delle ACLI, le Associazione Cristiane Lavoratori Italiani. Una coincidenza carica di simboli, che ci invita a riflettere su quanto lavoro e libertà siano intrecciati, ieri come oggi.

Nate nel 1945, proprio nei giorni in cui l’Italia riconquistava la sua democrazia, le ACLI hanno rappresentato per generazioni un presidio di giustizia sociale, un luogo dove i diritti del lavoro si intrecciavano con l’impegno civico e la solidarietà. In Lombardia, cuore industriale del Paese, questa presenza è stata ed è ancora viva: nei quartieri, nei luoghi di aggregazione, nei centri di formazione e nei servizi di assistenza. Ottant’anni dopo, le ACLI continuano a costruire comunità, a difendere i più fragili, a tenere insieme i fili di un tessuto sociale che rischia troppe volte di strapparsi.

Il contesto attuale ci pone davanti a sfide nuove ma non meno radicali: transizioni digitali che ridisegnano i confini del lavoro, disuguaglianze che si acuiscono, precarietà diffuse, giovani senza futuro certo. Il presidente delle ACLI Lombardia, Martino Troncatti, ha ricordato durante la recente Veglia per il Lavoro a Milano che “il lavoro non è una merce: è strumento di dignità, di giustizia e di pace”, facendo proprie le parole di Papa Francesco. In questa visione, l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale non possono essere lasciate in mano solo all’efficienza produttiva, ma devono essere accompagnate da un dialogo sociale forte, che tuteli la persona, la renda protagonista, la formi continuamente.

In questo 1° maggio, allora, non celebriamo solo il lavoro in sé, ma la possibilità di costruire una società più umana attraverso il lavoro. Le ACLI rilanciano il loro impegno partendo dalla formazione permanente, dall’ascolto dei territori, dalla creazione di reti solidali che sappiano accompagnare chi oggi si sente ai margini. Perché la libertà conquistata ottant’anni fa non può dirsi piena se non si traduce in opportunità per tutti, se non diventa pane e dignità sulle tavole delle famiglie, se non si rinnova ogni giorno nel diritto a un lavoro giusto.

Il 1° maggio non è solo memoria. È promessa. E le ACLI, anche in Lombardia, vogliono continuare a onorarla con la loro presenza concreta, quotidiana, attiva. Con la convinzione che ogni diritto nasce dal coraggio di chi lo ha sognato e dalla responsabilità di chi oggi lo custodisce.

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