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Domenica 4 luglio

Domenica 4 luglio

XIV Domenica del Tempo Ordinario

(Mc 6, 1-6)

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”. Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

COMMENTO DI DON ALESSANDRO FRANZONI, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI MANTOVA

Un profeta non è disprezzato che nella sua patria

Il Vangelo di questa domenica presenta Gesù che, dopo aver compiuto diversi miracoli, torna a Nazareth, il luogo dove aveva dimorato per tutta la vita con la sua famiglia. Tuttavia ci viene detto che per i suoi concittadini, che lo ascoltarono predicare nella sinagoga della città, egli “era motivo di scandalo” (Mc 6,3). Non ci viene detto il contenuto della sua predicazione. Tuttavia qualche anno dopo, quando San Paolo iniziò a predicare il Vangelo di Gesù crocifisso, morte e risorto, l’Apostolo delle genti ebbe la stessa sensazione: “noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani” (1 Cor 1,23).

L’annuncio di Gesù rappresenta, per quanto in continuità con l’Antico Testamento, anche un messaggio totalmente altro rispetto a ciò che la gente del tempo, in particolare la sua stirpe, quella giudaica, si poteva attendere. Per questo Gesù non è capito dalla maggior parte dei Giudei: in fondo sono pochi coloro che abbracciano il suo messaggio, decidono di seguirlo durante il ministero pubblico, e scelgono di convertirsi una volta che gli apostoli ricevono il mandato dello Spirito di annunciare il Vangelo. Inoltre non dimentichiamo che Gesù è stato ucciso proprio perchè si dichiarava il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto per la nostra salvezza, un abominio per la fede giudaica del tempo.

Forse possiamo dire che anche oggi Gesù, non è profeta nella sua patria. Per quanto la società occidentale si proclami cristiana, solo una piccola parte di essa ha davvero scelto di seguire Gesù e di fare del Vangelo un punto fermo e significativo per la propria vita. Essere cristiani oggi è davvero una decisione controcorrente. Tuttavia ciò non deve essere motivo di pessimismo: attendiamo con pazienza e con carità operosa il tempo in cui il Regno di Dio si manifesterà in pienezza: allora il Signore farà nuove tutte le cose (Ap 21,5).

 

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