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Domenica 22 agosto

Domenica 22 agosto

XXI domenica del tempo ordinario

(Gv 6, 60-69)

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

COMMENTO DI DON GIAMPAOLO ROMANO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI DI COMO

ANCHE NOI?

Giungiamo alla fine del discorso sul pane di vita dopo il “salto” (in realtà solo apparente) provocato dalla solennità dell’Assunzione.

La crisi ora è totale: l’incomprensione e lo scandalo non riguarda più solo le folle, ma si annida anche nei discepoli di Gesù, che stentano a riconoscere il Maestro e a riconoscersi in quel linguaggio duro. Gesù richiama la nostra insufficienza a capire senza l’accoglienza dello Spirito e “da allora, molti dei suoi discepoli si tirarono indietro”.

Sono parole che ci raggiungono in un tempo in cui molti, visibilmente, si tirano indietro e le nostre comunità sono sofferenti. L’emergenza sanitaria ha solamente accelerato e reso più evidente un processo che ha radici lontane e che corriamo qui il rischio di semplificare troppo. Diciamo solo che, alla frattura nella morale e nei sistemi di vita, alle testimonianze negative di diversi uomini di Chiesa, si aggiunge l’incomprensione da parte di tanti, cristiani e non, della salvezza portata da Gesù, che pare non toccare più i bisogni umani e le speranze profonde delle “folle”, più attratte dalle soluzioni della scienza e della tecnica. Insomma, una storia lunga almeno quanto questo brano di Vangelo.

Spesso ci interroghiamo sulle strategie per far fronte a questo stato di cose, presi dalla paura di essere in pochi e di essere poco incisivi: vale per una diocesi o una parrocchia, come per le Acli e i suoi circoli. Altre volte ci rifugiamo dietro espressioni come “Chiesa di minoranza”, faticando però non poco a trarne le conseguenze. Forse dovremmo tornare alla genuinità del Vangelo e alla disarmante serenità di quella domanda: “Forse anche voi volete andarvene?”. La crisi e il fallimento non fermano Gesù. Anzi. Diventano le potature essenziali per la vite e i suoi tralci, diventano il motivo della Croce, diventano il motivo della salvezza, quella vera. Per tutti. Anche per chi se ne va.

 

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