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L’EUROPA è NECESSARIA

L’EUROPA è NECESSARIA

In vista della prossima scadenza elettorale la Presidenza delle ACLI lombarde ha focalizzato su alcuni punti le proprie riflessioni sui temi di rilievo politico riguardanti la cittadinanza europea, con l’invito a rilanciare come spazio di partecipazione politica e progetto condiviso quello che rappresenta una delle più grandi sfide del nostro tempo: l’Unione Europea.

Altre info sono disponibili sui portali delle sedi territoriali e sul sito acli.it

Con l’invito al voto consapevole e responsabile, auguriamo a tutti buona lettura!

Le idee delle Acli lombarde

Le ACLI lombarde vedono chiaramente le connessioni tra la consultazione europea e quelle amministrative. La sfida è unica e può essere affrontata solo se dall’Europa e dai territori si è in grado di concordare e coordinare risposte politiche efficaci e progettuali che possano ridare fiducia ai cittadini. Per queste ragioni quello del 26 Maggio è un voto importante in una fase delicatissima della vita della nostra Regione e del nostro Paese. Un voto che, per essere coerente con i bisogni della gente, non deve essere inquinato da dinamiche politiche nazionali, giochi di potere o, peggio, speculazioni demagogiche. Occorre rafforzare la conoscenza dei veri nodi in gioco e dare il giusto significato a questa tornata elettorale amministrativa ed europea. Il Paese, l’Europa  non possono seriamente sperare di ripartire se non si rilancia la capacità creativa, la solidità industriale, la forza e la genuinità dei territori e delle comunità lombarde, che possono ulteriormente rilanciarsi a partire anche dalla maggior attenzione e valorizzazione dell’apporto di genere e dei giovani nei diversi ambiti della società. La questione di genere e la questione giovanile devono trovare una nuova stagione di progresso. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro e nella società, la repressione della violenza sulle donne, l’investimento sulla scuola e sulla promozione del protagonismo giovanile, il servizio civile, l’integrazione dell’istruzione e i programmi di mobilità studentesca  in Europa sono tutte priorità per ridare fiducia ai cittadini sui quali la Regione può migliorare nella continuità del proprio operato.

Ma queste elezioni comportano anche un’evidente sfida politica. Responsabilità di saper scegliere, fare opera di discernimento per poter decidere da che parte stare (al voto di maggio saremo chiamati tutti a scegliere). Bisogno essenziale di verità! Non sono tutti uguali le politiche e i politici: avviare una sana dialettica anche al nostro interno e con i cittadini, a partire dai nostri Circoli e dalle nostre Comunità, a partire dalle esperienze concrete vissute in questi ultimi anni. La diffusione in Italia come in Europa di mentalità nazionaliste, xenofobe, razziste, così configgenti con il Vangelo e contro cui si è levata la voce profetica di Papa Francesco non può lasciarci indifferenti.

In questa fase infatti si aggiunge il compito di ridare senso alla partecipazione oltre la demagogia, alla solidarietà oltre l’egoismo, all’onestà e non solo all’opportunismo. In particolare occorre recuperare il senso della Democrazia come cristiani impegnati nel sociale e favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del Paese.

Come ACLI lombarde chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine di seguire attivamente la campagna elettorale e di partecipare al voto del 26 Maggio per le Elezioni amministrative ed Europee, dando il proprio consenso, secondo coscienza, ai partiti, alle coalizioni e ai candidati che si impegnano nel condividere  e praticare i valori, gli orientamenti e le proposte politiche rappresentate in questo Documento.

Le nostre proposte

Ripensare il modello istituzionale

Il Parlamento europeo nel corso di questi anni ha assunto molte importanti iniziative nel campo della gestione delle migrazioni, dello sviluppo economico , delle politiche sociali e di quelle ambientali che sono state regolarmente frustrate dall’inerzia della Commissione, del Consiglio e dei singoli Governi nazionali. Occorre definire lo spazio costituzionale di un’autentica sovranità delle istituzioni comunitarie che rafforzi il ruolo dell’Europarlamento eletto con i voti di tutti i cittadini dell’Unione, riequilibri il ruolo del Consiglio e renda la Commissione responsabile di fronte al Parlamento.

Gestire le trasformazioni: investire e proteggere.

AI centro dei piani per una nuova Europa va messo un “New Deal” per l’uomo nell’era digitale. Non esiste un’equa distribuzione della ricchezza senza un’equa distribuzione della conoscenza. Va quindi combattuto senza quartiere l’analfabetismo funzionale, che sta minando le democrazie persino più delle diseguaglianze economiche, destinando una quota più rilevante dei fondi strutturali all’istruzione, alla formazione e alla cultura. La gestione delle conseguenze dalla globalizzazione e dall’innovazione non può essere più lasciata interamente al mercato. Dovranno essere finanziati a livello europeo strumenti per la formazione permanente dei lavoratori. E’ urgente e indispensabile la fondazione di un nuovo sistema di welfare 4.0 che comprenda il sussidio di disoccupazione europeo proposto dall’Italia.

Insieme più forti nel mondo.

Difesa, sicurezza, controllo delle frontiere e immigrazione devono diventare politiche comuni. Dobbiamo iniziare il percorso per costruire un esercito europeo e unificare i bilanci della difesa degli stati membri. Prioritario è implementare per intero il “Migration Compact”: il piano presentato dall’Italia per aiutare i paesi di origine e transito dei migranti nella gestione dei flussi, nell’assistenza umanitaria e nei rimpatri. Il controllo dei confini comuni, marittimi e terrestri, deve diventare un compito delle agenzie comunitarie. La gestione ordinata e condivisa dei flussi migratori è la premessa per superare il Trattato di Dublino e organizzare un sistema di accoglienza e integrazione comune.

Dal capitale economico al capitale sociale.

Una dura lezione che molti governi occidentali hanno imparato negli ultimi anni è che una robusta crescita economica non si accompagna necessariamente a un’equa distribuzione della ricchezza, delle opportunità e del progresso complessivo della società. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite devono essere inclusi, al pari di quelli relativi alla stabilità finanziaria, nella governance dell’Unione.

Meno deficit più bilancio europeo.

La capacità di indebitamento non dipende dai limiti europei ma all’entità del debito dei singoli Stati membri. Possiamo ignorare le regole ma non per questo troveremo chi ci presta soldi per finanziare deficit insostenibili. Tuttavia nei prossimi anni il livello degli investimenti dovrà aumentare in modo significativo e lo strumento fondamentale non potrà che essere il bilancio europeo. Oggi quasi l’80% del budget UE proviene da contributi degli Stati membri. Deve invece essere costituito da risorse proprie per finanziare welfare, investimenti, ricerca e formazione.

Costruire un’Europa delle autonomie .

Occorre fare in modo che la cittadinanza europea non passi più solo attraverso gli Stati/Nazione, ma sappia mettere al centro l’autonomia delle città e delle Regioni, valorizzando ed armonizzando le diversità vivendole non come un ostacolo ma come un punto di forza.

Milano, 9 maggio 2019

 

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